Melatonina, rimedio momentaneo

La melatonina




Che cos'è?
La melatonina è un ormone prodotto da una ghiandola posta alla base del cervello, la ghiandola pineale o epifisi. La scoperta di questo ormone risale alla fine degli anni '50. La sua presenza in quasi tutti gli esseri viventi, dai protozoi, che sono alla base della scala evolutiva, sino all'uomo, ha fatto pensare ad un possibile ruolo di "regolatore biologico" dei ritmi stagionali; in alcuni uccelli, infatti, la produzione di melatonina è legata alle migrazioni e in alcuni mammiferi alla stagione degli amori e al letargo.
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Che funzioni ha?
La secrezione di melatonina segue un ritmo giornaliero: inizia verso sera, raggiunge il culmine durante la notte, scende al minimo la mattina e rimane molto bassa durante il giorno. In condizioni di oscurità, quando le cellule nervose della retina non vengono più colpite dalla luce, l'epifisi viene stimolata a produrre melatonina. Grazie dunque alla secrezione di questo ormone, sulla base dell'alternarsi della luce e del buio, l'organismo si è organizzato su ritmi di sonno e di veglia. La produzione dell'ormone, inoltre, è massima nella prima infanzia, rallenta dopo i 20 anni e comincia a decrescere dai 45 anni in poi, sino a scomparire quasi del tutto in tarda età.
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Per quali problemi è impiegata?
Inizialmente è stata utilizzata per regolarizzare il sonno nelle persone non vedenti, le quali, non avendo percezione dell'alternarsi del giorno o della notte, possono manifestare disturbi legati allo sfasamento dell'orologio biologico quali malessere generale, stanchezza, diminuzione dell'appetito e disturbi del sonno. Simili problemi possono comparire anche in alcune condizioni, come ad esempio in coloro che compiono lunghi viaggi intercontinentali attraversando diversi fusi orari; il termine "jet-lag" indica proprio l'insieme di disturbi che si presentano in seguito all'attraversamento rapido di più fusi orari ed è la conseguenza dello sfasamento del nostro orologio biologico. Questo "sfasamento" è stato appunto messo in relazione ad una alterata produzione di melatonina.
Alcuni studi sperimentali hanno suggerito che la melatonina possa influenzare favorevolmente il sistema immunitario ed essere utile nel trattamento di patologie quali tumori e AIDS. Alcune ipotesi sono state avanzate riguardo una probabile funzione come antiossidante, come antidepressivo e nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. In assenza di studi controllati, ed essendo queste considerazioni semplicemente frutto di osservazioni, il possibile impiego della melatonina in questi campi è ancora da dimostrare.

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E' efficace?
Negli anni sono stati condotti molti studi per valutare l'efficacia della melatonina in svariate situazioni che vanno dal jet-lag, allo sfasamento dell'orologio biologico nei non vedenti, all'insonnia negli anziani, ai risvegli notturni, al miglioramento della qualità del sonno, con risultati spesso contrastanti, anche per la inadeguata metodologia. Recentemente è stata condotta una revisione di tutti gli studi metodologicamente corretti fra quelli condotti con la melatonina, sui disturbi del sonno sia conseguenti ad una malattia (es. demenza, schizofrenia, ecc...) che situazioni come il jet-lag o variazioni dei turni di lavoro che possono interferire negativamente con il riposo notturno. Da questa revisione emerge che la melatonina non ha alcun effetto significativo né in un caso né nell'altro: non riduce il tempo di addormentamento e non migliora la qualità del sonno nelle persone che soffrono di un disturbo del riposo sia esso dovuto ad una malattia o ad una limitazione del sonno.
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Modalità di assunzione
Per chi nonostante tutto pensa di trarre beneficio dall'assunzione della melatonina, le modalità di somministrazione variano a seconda dell'impiego, anche se permane l'incertezza sul fatto che sia più utile assumere la melatonina appena prima di coricarsi o da 30 a 60 minuti prima. Normalmente nel trattamento del jet-lag si inizia il giorno della partenza assumendo la melatonina all'orario corrispondente al momento di coricarsi nel luogo di destinazione, continuando poi per 3 o 4 giorni. Fra la diverse forme farmaceutiche sono preferibili quelle ad assorbimento sublinguale, per la maggiore biodisponibilità e quindi la possibilità di utilizzare bassi dosaggi, e le preparazioni a lento rilascio, che consentono il mantenimento di adeguati livelli sierici durante tutta la notte. Quest'ultimo sembra essere un requisito importante: l'ormone ha infatti una emivita molto breve, di soli 40-50 minuti; dopo somministrazione orale la concentrazione plasmatica viene raggiunta dopo 20 minuti, dopodiché si riduce drasticamente.
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E' sicura?
Da questa stessa rassegna emerge comunque che l'assunzione della melatonina è sicura almeno sul breve periodo (3mesi). I più comuni effetti indesiderati riportati sono emicrania, vertigini e nausea, raramente è stata segnalata stanchezza e sonnolenza al mattino. Non esistono invece dati di sicurezza sull'utilizzo nel lungo periodo. Permangono le controindicazioni già note: per la possibilità di esacerbarne i sintomi, la melatonina è controindicata nelle persone affette da sclerosi multipla ed altre malattie autoimmuni; deve essere utilizzata con cautela nelle persone che soffrono di depressione, convulsioni, disturbi neurologici e da chi è in terapia concomitante con antipertensivi. Gli effetti della melatonina possono inoltre essere potenziati in caso di insufficienza epatica, per la diminuita capacità del fegato di metabolizzarla.
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